Italia a Pezzi. Viaggio dal Sud al Nord

Cartoline da Erasmus mentre Genova scrive sui muri

IMG_9441

Premessa: ogni riferimento a fatti e persone è molto poco casuale.

Se esiste una prova tangibile della riuscita di un Erasmus, quella prova sono i ritrovi Erasmus. Si preparano senza eccessivo preavviso. Si sa che si mangerà e berrà molto, che si rievocheranno fatti e persone ridendo con la stessa intensità dell’anno prima e di quello prima ancora. Gli aneddoti saranno più o meno sempre gli stessi, accompagnati da supporti multimediali. Il resto viene da sé. Conosciuta, amata, consumata, Parigi ce la siamo vissuta così, tra facoltà di Lettere ed Economia, incroci di amicizie, metro, Vélib, squat, pic nic, musei, mercati delle pulci quelli veri, personaggi più o meno surreali, kebab, mense del Crous, raclette, voli rimandati per neve, infatuazioni parigine, pain aux raisins, gossip internazionali, lagne varie, entusiasmi da vita nuova. Il dopo è stato lauree, stage, master, viaggi, quasi lavori, lavori, ritorni al nido, estero e poi di nuovo nido. E ancora, nuova ricerca della casa, nuovi amici, nuovi caffè, nuovi abbonamenti metro. Poi siamo tornati tutti in Italia. Continua a leggere

Standard
senza categoria, Smart city

“È pieno di curvy” ma il mondo va avanti a pantaloni skinny

Ho capito l’errore. Forse dovrei entrare da Zara o H&M e dire: Salve avete dei Pantaloni Morbidi? Oppure, Ci sono mica quei Pantaloni Ampi? Forse è per questo che negli ultimi tempi ogni volta che metto piede in un negozio di vestiti vedo solo pantaloni stretti sotto. Invece, Ampi si dice. Forse chiamandoli col loro vero nome troverei i pantaloni che voglio io. Quelli che entrano a me. Quelli che hanno la fine larga almeno quanto la circonferenza delle mie cosce, e quindi non stretti. Forse è un po’ come da Brandy, sì, quel negozio dove andavamo dodicenni, dove è necessario dire Salve, avete magliette anche con la parte inferiore di maglietta?  Continua a leggere

Standard
Racconti romani

Cosa succede nelle terrazze romane? Per esempio L’InTe Cinema Festival

10418463_10152337332838725_5553375349752739215_n


Che fai st’estate? Sto qua. 
Così nella Roma che non è nemmeno più tanto infuocata perché son tre giorni che fa un freddo di marzo, si rincorrono modalità di svago che ci facciano apparire la metropoli bella, immensamente estiva e capace di inebriarci di svaghi spensieratissimi. L’alternativa all’abissarsi nei Lungo Tevere vari, nelle Arene di Roma o nei Concerti all’aperto può essere il salire nelle terrazze, che siano condominiali, private o di localetti che si lasciano affollare in quest’Estate 2014. Al tramonto seguire i contorni di Roma dall’alto è un passatempo gradevolissimo. Impegna non molto tempo. Tra i profili più gettonati: il mio angelo preferito che sfodera la spada, il Cupolone, il gasometro, le statue di San Giovanni, i pinidiRoma.

E poi ce n’è una di terrazza dove dal 22 al 24 luglio si potranno vedere un sacco di cortometraggi seduti comodi: all’InTe, il Festival del cinema indipendente, tutto giovanissimo, romano e nuovo. Da Parigi a Piazza Cavour. Li ho tutti conosciuti in Erasmus qualche anno fa i tre romani che hanno pensato a un festival di cinema indipendente in terrazza, a Roma. E l’idea l’hanno avuta proprio qui l’estate scorsa. Continua a leggere

Standard
Improrogabili interrogativi estivi

Perché il Tevere non può essere la Senna?

IMG_8394Domenica scorsa, dopo aver scoperto che in una trattoria in Via La Spezia il piatto del giorno è la pasta e fagioli, nonostante i 30 gradi dell’asfalto mescolati al silenzio assordante dei cantieri della Metro C, sono andata a pedalare un po’ sul Tevere. Continua a leggere

Standard
METE PER SCAPPARE DA ROMA

Ma perché torni sempre a Parigi? Cosa accade in un fine settimana francese.

PREMESSA: Se non si è interessati a divagazioni più o meno sensate su Parigi, lasciare perdere.

 

L’aria di Parigi si sente dal terminal B di Fiumicino, quando francesi vari ti calpestano i piedi e non chiedono scusa. Superano con classe la fila. A superare e basta ci pensano i romani –incipit esagerato anche se in talune attese si verifica quest’esatta divisione di ruoli-. Le hostess della Vueling ti parlano in spagnolo insistentemente, nonostante più della metà dell’aereo non lo parli.

 

Torno nel quartiere Marais, dove ho abitato per un anno nel lontano 2010. I negozi cambiano così in fretta –ma sono tutti incredibilmente uguali- che a volte passeggiare lì mi è indifferente. Continua a leggere

Standard
Italia a Pezzi. Viaggio dal Sud al Nord

Italia a pezzi 5: bici sotto i portici di Bologna e jogging tra i ponti di Venezia

Questo slideshow richiede JavaScript.

Ecco l’inverno pieno. Ormai è fatta. Quella sensazione di essere partita mesi fa, di aver attraversato stagioni intere per raccontare alla tv giapponese cosa sia il gelato artigianale saltellando in giro per l’Italia mi si è cementificata addosso. Bologna me la ricordo bene:  qualche mese fa era tappa del mio Viaggio al Nord per sbirciare nella vita di amici romani emigrati là per studio, o per scappare dalla Sapienza, anche. Il tassista ce l’ha a morte con i punk a bestia di Piazza Verdi, -facile ritrovo degli universitari-, che addirittura si mettono davanti il Teatro Comunale e fanno quelli con i cani buttati per terra ma i soldi ce li hanno eccome.. Me lo dice arrabbiatissimo mentre da passeggero io riscopro cosa sia la calma alla guida. Tutti portano la cintura. Di panni stesi, pochi. Un hotel 4 stelle ci accoglie con dei pannelli zebrati alle pareti. Mi chiedo chi abbia scelto gli interni dell’hotel ma poi mi diverto a leggere la rassegna stampa internazionale, un foglio per ogni Paese. Arrivata alla Spagna mi accorgo che il corso A1 fatto all’Istituto Cervantes nel maggio scorso mi sta volando via.. Continua a leggere

Standard

Questo slideshow richiede JavaScript.

senza categoria

Cose di Strada

Galleria
senza categoria

Cosa accade a Roma a fine Luglio?

Mentre si suda molto accadono un sacco di cose a Roma d’estate, quella vera di quasi Agosto.  Io non c’ero mai stata. Ora mi accorgo che i turisti barcollano. E quella tua ansietta di levarteli di mezzo quando cammini aumenta. Impenna, anzi.  E del loro indugiare per ricaricare la macchinetta o consultare la mappa, non te ne importa una mazza. Vorresti spostarli di peso, molto più che in inverno, perché ora hai Caldo e i sampietrini e l’asfalto sono radioattivi. A Piazza Venezia, sere fa, due spagnoli grassocci si erano messi proprio all’imbocco di Via del Corso con la loro carta gigante: poi è capitato che chiunque svoltasse da via del Plebiscito al Corso si fermasse da loro per chiedere dove fosse la tal via. Sempre Fontana di Trevi o Spagna, chiedevano. I due si sono prestati al gioco, io sono rimasta un po’. Poi avevo Caldo. Ho continuato. Continua a leggere

Standard
Improrogabili interrogativi estivi

Libri educativi o Romanzi assortiti?

Si può leggere solo se avete letto la Parte Uno. Se non l’avete fatto, eccola qua:

In Spiaggia quando c’era la lira, nel tratto tra gli stabilimenti Bagno N. e Bagno S. all’Argentario,  c’era pure il banchetto dei libri. Tutti a 3 mila lire. Lì sceglievo col sole che ti batte in testa forte, nessuna Guida. Tra i volumi acquistati mi rimangono in mente: un Grande libro dei Sogni che presi credendo di potermi avvicinare alla simbologia onirica– che facesse della causa di Tutto, sogni rilassati o incubi atroci, gli Angeli, me ne accorsi dopo. E pure che l’autore era un Illustre studioso cattolico della Cabala, così c’era scritto. Un cataloghetto di Conchiglie che per anni è rimasto sopra al mobile del bagno di casa al mare, che non ho mai capito perché, ma allietava ospiti eventuali. Uscivano dalla toilette con ‘sto libro in mano, entusiasti. Col passaggio lira- euro si toccarono i 3 euro a volume. Le Argonautiche e gli Amores presi sul bagnasciuga campeggiano ora sul mio scaffale Latini e GreciContinua a leggere

Standard
senza categoria

Metti un Ciclista a cena

Premessa: Ieri è risuccesso. Da quando sono tornata a Roma mi si chiede quando ripartirò (e io mi rassicuro che No, no, non ripartirò, voglio restare a Roma, schivando sguardi perplessi), e mi si fa un commentino sulla Bici. «A Ben che palle co ‘ste bici, ce tartassi su Facebook co ‘ste bici». E’ capitato pure che un amico di un amico che non vedo da anni, da Milano, chiedesse alla mia cara amica Gaia neo milanese: «ma Ben ora scrive per le bici?». Io sorrido, non mi autocompiaccio, giuro. Però sorrido perché mi accorgo che da quando, ormai da un anno, cerco di muovermi principalmente in bici, l’esterno se n’è accorto. Una metamorfosi possibile, dunque. Sorrido anche quando mi si chiedono informazioni sulle attività ciclistiche romane, come facevo io un po’ più di un anno fa, ignorando cosa fosse una Critical Mass, e sorrido pure quando mi si dice che «Sì sì, verrò alla prossima!». Qualcuno viene, qualcuno no.

Ieri a cena, un amico si scagliava contro I Ciclisti. Che non sanno muoversi, che non si fermano al rosso «E tu Ben? E tu ti fermi o no?», che non sanno andà in bici, e allora perché la prendono? Che al semaforo si fermano, indugiano un po’ guardandosi furtivi a destra e a sinistra per poi schizzare via al momento meno opportuno.  L’amico, ce l’aveva con un Ciclista che gli si era buttato sul cofano autografandoglielo, -l’ho trovato molto poetico, non avevo mai pensato di usare autografare al posto di graffiare-.  C’era anche un amico dell’amico, lui vive a Parigi: pare che lì I Ciclisti facciano di peggio e che rendano la vita impossibile –ma a chi? E cosa faranno mai?? Ma io a Parigi che facevo?? -.

Ieri ascoltavo zigzagando tra battute amichevoli e affermazioni un po’ astiose su questi Ciclisti, e pensavo: ma i CICLISTI CHI????  L’amico dell’amico sosteneva che I Ciclisti non sono Automobilisti, e in quanto tali sono degli inetti alla guida del loro mezzo a due ruote. Io ho provato a fargli presente il mio doppio status di Automobilista /Ciclista, -Allora va bene-, ero un’eccezione. E di nuovo giù con I CICLISTI.  L’altra amica, sorpresa  delle mie sparute e pacate risposte, supponeva ad alta voce «Ben non risponde, già pensa all’articolo su questa cena». Io l’ho presa in parola, ma prima c’ho dormito su. Poi ho pensato che sarebbe stato utile per me e per chi legge provare a riflettere un po’ sullo Strano Caso dei Ciclisti. D’altra parte che vado in bici perché fa radical e perché abito in Centro, che scrivo di bici perché fa radical e pure un po’ perché  abito in Centro, me l’hanno sempre detto, allora oggi su Smart City, -e dove sennò?- ho sentito proprio il bisogno di riflettere sul radical, le bici e il Centro.

L’altra amica ieri ha provato con i sensi di colpa: «Bè, ma tu all’università ci andavi in macchina, no?» e l’altro amico «Ahhhhh, lo vedi!!!!!!», e «Se andrai all’UniveristàDoveVorrestiAndareL’annoProssimo prenderai per forza la macchina», e «Se abitassi ai Parioli, con quelle salite..altro che bici. E se non abitassi in Centro, pff». Io provavo a ricordare che Via Quattro Novembre non è l’Everest e che Bruxelles, dove ho abitato pedalando, è i Parioli più grande, un ammasso di sali e scendi. Ma niente.

Sì, io all’Università la Sapienza di Roma- Facoltà di Lettere e Filosofia sono sempre andata in macchina: era il mio principale mezzo di trasporto, che usavo anche per andare da casa a Via Nazionale, -25 minuti a piedi, 10 in bici-.  Da poco più di un anno ho semplicemente cercato di cambiare le mie abitudini, usando di più la bici con cui prima mi muovevo solo in Centro, per timore degli spostamenti lunghi su strade molto trafficate e perchè ero assuefatta alla mia C1. L’anno vissuto a Parigi, tra Metro e Velib,  i sei mesi a Bruxelles, il contatto con le realtà cittadine legate all’universo della Bici hanno a poco a poco smorzato i timori e amplificato la mia voglia di pedalare. Questo non vuol dire che io non utilizzi più la macchina, che ho e continuerò ad usare, ma che lo faccia in modo diverso, evitandola quanto più  possibile. Nell’ultimo anno sono stata educata ad un nuovo tipo di Mobilità, e sono state altre città europee, I CICLISTI, il Movimento Salvaiciclisti di Roma, l’ambiente colorato delle Critical Mass, a operare questa diabolica metamorfosi. Sono viva, tutta intera.

L’amico e l’amico dell’amico ieri a cena mi hanno rinfacciato di vivere in Centro: «La fai facile tu con ‘sta bici», ma come ogni volta che qualcuno me lo dice, penso a tutti i Ciclisti romani, parigini, brussellesi, newyorkesi che ho incontrato negli ultimi due anni e che di km pedalando ne fanno tanti ogni giorno, senza abitare in Centro, lavorando, avendo una giornata impegnata e per nulla statica, che presuppone spostamenti. «Ma andate a lavorare» è senza dubbio l’invito che l’Automobilista arrabbiatissimo indirizza più spesso ai Ciclisti durante la Critical Mass, quando per sensibilizzare la città alle due ruote sostenibili  viene bloccato il traffico. Alla Critical mass non partecipano solo studenti come me che abitano in Centro, ma persone di tutte le età, che lavorano, che svolgono le professioni più disparate e che abitano in ogni parte di Roma. A Bruxelles un signore mi raccontava che veniva alla Critical Mass da Namur, prima con il treno, poi pedalando.

Ieri sera ho proposto di spostare la conversazione sugli Automobilisti –della quale, ripeto, faccio parte anch’ io- e di elencarne punto per punto colpe e difetti. Poi però è arrivato il conto e la parte di serata in cui ci si lamenta perchè qualcuno ha proposto di Non pagare alla romana.

Se ne riparlerà, sono fiduciosa.

Standard