Racconti romani, Video

La città di tutti: cinque piazze a Roma

E così ho racchiuso Piazza San Pietro, Piazza Navona, il Circo Massimo, Piazza del Popolo e Piazza San Giovanni in quattro minuti. È un Pausa Roma formato video, è la mia tesi di Master, è il lavoro di un sacco di ore, di un sacco di cambi di idee, di ricordi, di immersioni nelle folle e su Youtube. C’è il Papa, Grillo, le femministe, Berlinguer, Povia, i pacifisti, i leghisti, la Marcia per la vita, il Gay Pride, il Popolo Viola, i radicali, Berlusconi, De Gasperi, i palloncini, i sanpietrini, Bernini e Borromini, le Femen, San Francesco, Casa Pound, la Coldiretti, gli indignados, i leghisti, Venditti, Cofferati, i girotondi di Moretti. E c’è Roma.

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Tentativo di esaurimento di un luogo o la noia a Roma

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Premessa. In realtà a Roma non mi annoio. A volte sì. E Monti è meraviglioso.

Tornata a casa esattamente due anni fa, proprio a casa vera – Abiti sola o coi tuoi? Coi mieiAh ma te la spesa mica la fai, che ne sai. Mm. – da un po’ riesco solo a pensare Che palle Roma. Continua a leggere

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Natale da fuori o Roma senza bilanci da anno che fu

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Il rimpasto della giunta capitolina forse porterà anche la scomparsa dei sanpietrini, ma non ci voglio pensare. Poi però hanno detto che andranno in alcune piazze scelte in periferia. La riqualificazione partirà da lì. C’è stato il grande freddo e le mani hanno punto come quando col naso colante si cerca di digitare un numero di telefono sulla neve. Cosa da pazzi, a Roma. Il Natale si è portato dietro centinaia di bandiere multiluci che sovrastano via del Corso. Continua a leggere

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Un’altra piazza: guida insensata per un anno di Campo dé Fiori

DSC_0618Premessa: non è una guida né pretende di esserlo. Vago tra i sampietrini col telefono in mano e ricordi sparsi in testa. Niente di più, niente di meno.

PERCORSO 1: da via del Pellegrino o via dei Cappellari Continua a leggere

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Roma di gruppo: ripensare a caso all’estate, quasi d’inverno

IMG_0267Un giorno Fregene me la compro e la sposto a Piazza Bologna. C’era una settimana di giugno in cui, col famoso turno di stage all’alba, mezza giornata mi rimaneva vuota e decidevo di trascinarmi al mare. Scoprivo così che di martedì o giovedì anche lì esiste la calma. Era pieno di ragazzetti che avrebbero dovuto essere a scuola ma mezzi ustionati sedevano ai baretti di Fregene a fumacchiare, sognando trasferimenti di litorale in città. Poi improvvisamente tornava il tempo di febbraio con le grandi piogge. Gli stessi col costume uscivano dal tema della Maturità a gruppetti. Mentre tra piogge torrenziali chiedevamo Che tema hai fatto?, con i piedi bagnati ci accorgevamo con un certo fastidio che la lunghezza dei pantalonicini delle maturande si era vertiginosamente ritirata. Ah Ben che palle. E che come al solito con i programmi di Italiano e Storia siamo rimasti a carissimo amico, e che quindi Quasimondo è troppo moderno. Continua a leggere

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La seconda vita del Cinema America. In un forno da 45 posti

 

L’avevano sgomberato il 3 settembre il Cinema America. Allora i ragazzi, che chiameremo ex occupanti, hanno organizzato un sacco di proiezioni in Piazza San Cosimato e l’hanno chiamata Arena San Cosimato. Ci sono andata a vedere Ovosodo, non vedevo dai tempi del liceo. (“Chi lo sa, forse sono rincorbellito del tutto, o forse sono felice… a parte quella specie di ovo sodo dentro, che non va né in su né in giù, ma che ormai mi fa compagnia come un vecchio amico…”, ritorna in mente nelle occasioni più disparate anche a larga distanza dai tempi del ginnasio). 10626597_10152364635246149_741174678689362210_n

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Cosa succede nelle terrazze romane? Per esempio L’InTe Cinema Festival

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Che fai st’estate? Sto qua. 
Così nella Roma che non è nemmeno più tanto infuocata perché son tre giorni che fa un freddo di marzo, si rincorrono modalità di svago che ci facciano apparire la metropoli bella, immensamente estiva e capace di inebriarci di svaghi spensieratissimi. L’alternativa all’abissarsi nei Lungo Tevere vari, nelle Arene di Roma o nei Concerti all’aperto può essere il salire nelle terrazze, che siano condominiali, private o di localetti che si lasciano affollare in quest’Estate 2014. Al tramonto seguire i contorni di Roma dall’alto è un passatempo gradevolissimo. Impegna non molto tempo. Tra i profili più gettonati: il mio angelo preferito che sfodera la spada, il Cupolone, il gasometro, le statue di San Giovanni, i pinidiRoma.

E poi ce n’è una di terrazza dove dal 22 al 24 luglio si potranno vedere un sacco di cortometraggi seduti comodi: all’InTe, il Festival del cinema indipendente, tutto giovanissimo, romano e nuovo. Da Parigi a Piazza Cavour. Li ho tutti conosciuti in Erasmus qualche anno fa i tre romani che hanno pensato a un festival di cinema indipendente in terrazza, a Roma. E l’idea l’hanno avuta proprio qui l’estate scorsa. Continua a leggere

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Cubi di ricordi o cos’è veramente un Chiostro

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Chiostro dei Santissimi Quattro

Ci sono dei cubi di Roma dov’è importante fermarsi un po’. Sono spazi in cui si respira per bene. A volte questi posti in cui l’aria sembra perfetta sono i chiostri delle chiese. Li ricerco compulsivamente da qualche tempo, anche se ho cominciato a frequentarli per caso. Colpa di quella deformazione tutta romana per cui di questa città, alla fine, abbiamo visto sempre troppo poco. Ogni tanto ci riempio i minuti di ritagli di tempo e ci butto dentro i pensieri. In quei momenti, là dentro, non c’è quasi nulla. Solo qualche turista perso e i portieri che mi chiedono cosa stia facendo lì. Continua a leggere

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Il Parco degli Acquedotti o i miei dubbi sui fiori

IMG_7377Una domenica si può andare al Parco degli Acquedotti. La primavera c’è e i fiori pure. L’allergia non è ancora arrivata ma solo perché quando sembra che faccia caldo fa ancora freddo, almeno all’ombra. Il rosa dei fiori entrerà prepotentemente nelle narici facendo colare il naso. La gola pruderà a morte; starnuti. Fazzoletti nemmeno del tutto consumati ma buttati, a pacchi. I fiori, bellissimi. Insieme al Ventolin e Aerius in tasca.

Non si può mai dire niente contro i fiori perché si va contro Natura. Di recente ho scoperto le anemoni che sono fiori bellissimi. Quasi non appassiscono. Poi appassiscono e si butta tutto. Da ragazzina vedevo solo mazzetti di fiori che mia madre girava a testa in giù per farli seccare. Evitava il marcio dei fiori e l’acqua gialla nei vasi. I fiori in un giorno diventavano antichi, coi colori della carta da parati delle case vecchie.

Alla fine il venditore nord africano di Corso Trieste, il 24 marzo, mi ha venduto due mazzetti di anemoni. L’ha incartati in quella retina rossa che può essere fatale sul complesso del mazzo, rovinando tutto. Poi li ho regalati a mia madre. Che non li ha seccati. Così ho imparato che in casa mia i fiori possono stare anche a testa alta, in acque semi pulite. Continua a leggere

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Roma dalla finestra: gabbiani dirimpettai e davanzali parlanti

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Avere una Casa Vacanze a un passo da casa propria rimescola le carte. C’è uno strano corto circuito di quartiere. L’americano che litiga col romano, lo svedese che tiene la porta al napoletano del quarto piano. Una domenica mattina, uggiosa e umidiccia, la Casa Vacanze nel vicolo sotto casa esplode di musica. Comincia con Johnny Cash, passa per Bob Marley e finisce coi Negroamaro.

La pioggerella fa quel rumore leggero, interrotto dalla musica e dal lamento straziante dei gabbiani che continua, sempre, puntuale, trapanante. La signora che abita di fronte al misterioso palazzo di Casa Vacanze sbotta. Apre con forza le persiane, restando sempre un po’ dietro le tendine opache. Continua a leggere

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