Racconti romani

Il Parco degli Acquedotti o i miei dubbi sui fiori

IMG_7377Una domenica si può andare al Parco degli Acquedotti. La primavera c’è e i fiori pure. L’allergia non è ancora arrivata ma solo perché quando sembra che faccia caldo fa ancora freddo, almeno all’ombra. Il rosa dei fiori entrerà prepotentemente nelle narici facendo colare il naso. La gola pruderà a morte; starnuti. Fazzoletti nemmeno del tutto consumati ma buttati, a pacchi. I fiori, bellissimi. Insieme al Ventolin e Aerius in tasca.

Non si può mai dire niente contro i fiori perché si va contro Natura. Di recente ho scoperto le anemoni che sono fiori bellissimi. Quasi non appassiscono. Poi appassiscono e si butta tutto. Da ragazzina vedevo solo mazzetti di fiori che mia madre girava a testa in giù per farli seccare. Evitava il marcio dei fiori e l’acqua gialla nei vasi. I fiori in un giorno diventavano antichi, coi colori della carta da parati delle case vecchie.

Alla fine il venditore nord africano di Corso Trieste, il 24 marzo, mi ha venduto due mazzetti di anemoni. L’ha incartati in quella retina rossa che può essere fatale sul complesso del mazzo, rovinando tutto. Poi li ho regalati a mia madre. Che non li ha seccati. Così ho imparato che in casa mia i fiori possono stare anche a testa alta, in acque semi pulite. Continua a leggere

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