Volevo Roma e invece da qualche giorno saltello in giro per il Nord.
Non solo, rincorrevo il sole di Roma in una Bruxelles cupissima e una volta arrivata al caldo – posso provare a trattenermi, ma è quasi inevitabile: parlo del tempo, sempre. Mi lamento se è nuvolo, sorrido se c’è il sole. Se ce n’è troppo mi lamento ancora. Una routine fastidiosissima dalla quale non riesco a uscire. Colpa di Bruxelles, credo io, dell’essere troppo italiana e troppo romana, dicono gli altri.-, mi sono cimentata in una nuova ricerca di biglietti e via. Dicono che mi manca la terra sotto i piedi (mio padre). In realtà so che Roma sarà la mia prossima Lunga Pausa. Allora prendo tempo e torno a Stazione Termini…
Volevo Roma e invece da qualche giorno saltello in giro per il Nord.
Non solo, rincorrevo il sole di Roma in una Bruxelles cupissima e una volta arrivata al caldo – posso provare a trattenermi, ma è quasi inevitabile: parlo del tempo, sempre. Mi lamento se è nuvolo, sorrido se c’è il sole. Se ce n’è troppo mi lamento ancora. Una routine fastidiosissima dalla quale non riesco a uscire. Colpa di Bruxelles, credo io, dell’essere troppo italiana e troppo romana, dicono gli altri.-, mi sono cimentata in una nuova ricerca di biglietti e via. Dicono che mi manca la terra sotto i piedi (mio padre). In realtà so che Roma sarà la mia prossima Lunga Pausa. Allora prendo tempo e torno a Stazione Termini…
Pensavo: più viaggio, maggiore abilità acquisisco nella composizione del bagaglio. E invece no; io sbaglio sempre, e sempre di più, sbrodolandomi in minimo due altre borse oltre il bagaglio principale. Questo mi innervosisce e mi fa infiammare i tendini delle braccia. Una settimana fa ho provato la busta di cartone, fingendo che non si trattasse di un terzo bagaglio. Arrivata a Perugia l’ho buttata: l’ebrezza della comodità è durata il tempo di arrivare da casa all’autobus per la stazione. Su un 64 trafficatissimo ho cambiato idea e maledetto la scelta-busta.
In ogni tappa c’è qualcuno o qualcosa che mi aspetta: voglio vedere come si vive in una città che non è Roma e come vivono gli amici che a Roma sono cresciuti e che lì hanno studiato. Così dopo Perugia sono finita a Milano– catapultata da un Freccia Rossa con un wifi che non funziona affatto bene come dicono-. Ieri invece il Freccia Bianca mi ha portato a Bologna.
Stamattina, scopro che la Torre Garisenda ha una pendenza incredibile e che il calore raggiunto nelle biblioteche di Lettere e Filosofia della Sapienza può toccare livelli peggiori in quelle di Filologia Classica dell’UniBo dove sono adesso. Resisto!
Viaggia, viaggia, rincorri biciclette, sfreccia in bianco, sfreccia in rosso, fai valige, disfale, caricati di buste e lamentati del caldo e del freddo. Sorridi davanti a un timido sole. Compara torre Garisenda con la torre di Pisa, corri a Milano, salta a Bologna, sterza a Perugia, scappa. Ma tanto io ti seguo, qui, sul tuo blog, la terra sotto i piedi.