Si può leggere solo se avete letto la PARTE UNO. Se non l’avete fatto, eccola qui:
-L’animaccia tua sbrigate! Scatto subito sull’attenti per dare un volto al vicino romano di turno: dall’alto vedo un bambino di sei anni che grida incitando il compagnetto a sbrigasse ‘co sta bici. Poi ride di gusto e fa ridere anche me che da lassù tento sessioni di studio. A giugno fui colpita dal barbecue in strada, assolutamente vietato dal regolamento del Residence e pure un po’ dal comune senso civico. La famiglia, noncurante, cuoceva braciole in strada e i miei amici parigini osservavano la scena per tutto il tempo della cottura.
-Tiremele!!
-Ma ndo t’eee tiro?
-Tiremele pe’ teraaaaa!!
Urlavano moglie e marito ieri, dalla strada al terrazzo lontano un isolato dal mio. Credo si trattasse di chiavi.
-Ma dov’eravate?? E’ mezz’ora che vi aspetto! Voi state qui e io vado in giro come un profugo! Profugo, per correttezza, pronunciato a bassa voce. Ho alzato la testa: ero al bar del Residence che la mattina è porto di mare. A borbottare era un padre famiglia. Il poveretto con due sdraio pieghevoli sotto l’ascella e carico di una quantità indistinta di altri oggetti attendeva con equilibrio precario, sulle strisce pedonali, di arrivare in spiaggia per depositare tutta quella roba. Moglie e suocera si erano tranquillamente sedute sul retro del bar per la colazione.
Di fronte a me c’è una macchinina a gettoni – noi da piccoli avevamo un flipper che se centravi il buco Super ti regalava gomme fluorescenti dal gusto buonissimo solo fino al secondo masticamento, restava poi solo la consistenza e il sapore della plastica, ma avevi fatto centro!-. La macchinina ieri ospitava ben tre bambini che venivano cullati nervosamente dai movimenti ondulatori del mezzo. La madre ne ha aggiunto un quarto sulle gambe del terzo, nonostante le istruzioni dicano che sia da due posti. Stamattina sono riuscita a capire il testo della canzone che emette non appena si inserisce la moneta. Fa così: La figlia del re O la figlia del re O la figlia del re OlèOleeOlèOlee. Non l’avrei mai pensato ma quasi tutti i genitori sono costretti ad ascoltare quella canzone piegandosi agli ordini, talvolta feroci, della loro prole. Solo pochi resistono. Io partecipo al rito dai tavoli del bar. Ogni mattina, svariate volte.
Dalla tv e dai giornali gridano Falchi e Colombe. Qui sul terrazzo si fermano gli uccelli più impensabili. Fanno un rumore assordante. Li guardo diffidente perché mi distraggono e mi spaventano anche un po’ quando si avvicinano. Ieri sera rientravo a casa e nell’androne c’era un gatto rosso. Aveva un laccetto al collo ma non era dei miei vicini. Anziché fuggire via all’esterno passandomi tra le gambe, è salito fino al pianerottolo con me. Indietreggiava terrorizzato, ma io ero più terrorizzata di lui. Evitavo di guardarlo negli occhi. Eravamo tesissimi. Poi il timer della luce nella tromba delle scale è scaduto. Il buio ci ha salvati, a me e il gatto, che è schizzato giù avvolto dal nero. Sollevata, ho appurato ieri di avere una paura incontrollata degli occhi dei gatti.
BIVI IMPORTANTI: TUSCANY BAY O CAMPEGGI- Passeggiate sul nostro litorale, la Giannella, le cui acque erano un tempo più limpide, mi conducono ad un nuovo stabilimento balneare. Si chiama Tuscany Bay questa new entry. Al posto dei normali lettini in plastica, una distesa di confortevolissimi cuscinoni bianchi e mini baldacchini con tende, bianche, tavoli ben apparecchiati, anfore giganti, canoe gialle ai piedi di una torretta di avvistamento, in legno come i baldacchini. Musica e aperitivo e bicchieroni colorati da cocktail per una clientela piuttosto cool. E’ la nostra punta di diamante, anche La Repubblica di qualche settimana fa lo diceva. Alla stessa altezza del Tuscany Bay, ma al di là della strada, nell’entroterra, ci sono i campeggi. L’accesso al mare, per i campeggiatori e per i bagnanti del Toscany bay è comune, assicurato da una bella passerella di legno, nuova. Ad un certo punto c’è un Bivio. A destra si continua col legno, a sinistra la sabbia, a destra i tavoli e le anfore –vedi sopra-, a sinistra una bancarella con oggettini e abiti africani. Se si sceglie la sabbia, a sinistra, al posto dei cuscinoni e dei metri di lino bianco, la spiaggia libera ospita agglomerati di famiglie, gruppi di ombrelloni multicolor, sedioline di plastica pieghevoli, palle, palline, racchettoni, borse frigo, freesbee e braccioli. A separare la spiaggia libera da quella dei cuscinoni e baldacchini c’è solo una magra incannucciata. Davanti il mare, quello di tutti.
Favoloso.. Leggere queste righe fa aprire come sia il ” nostro amato mare” e il residence giannella anche a chi non ci è mai stato. Brava brava!!<3