Italia a Pezzi. Viaggio dal Sud al Nord

Maratea o come approcciarsi ai posti dell’anima altrui

 

IMG_3114Dieci giorni fa mi cimentavo nella prima lezione di arrampicata della mia vita a Lungotevere Flaminio: qualche giorno dopo ero al Pronto soccorso di Maratea implorando l’infermiera Maria Teresa di iniettarmi un antinfiammatorio per una contrattura alla schiena, lato destro. Da quest’esperienza – e tre iniezioni di Dicloreum dopo – ho capito che i cerotti Flector non servono a nulla, e che per i sogni che ti ossessionano da mesi bisogna essere più allenati. Insomma il triage di Maratea funziona che è una meraviglia. Vicino c’è anche il Selvaggio, un posto dove compri i cornetti la notte e dicono sia buonissimo.

IMG_3087Quest’anno la spedizione al Sud – l’estate si va in quella parte d’Italia e basta – è cominciata con tre amici: una romana, una potentina e un parmigiano. Il viaggio, un regionale preso il 31 luglio alle sei. Prima di Maratea c’è tutto il Cilento, e a quell’ora, su quello stesso treno, tutta Napoli Centrale viaggia con noi puntando a Agropoli, Palinuro, Sapri..- il Cilento in macchina con una trentina e una milanese lo raccontava un anno fa un Pausa Roma -. Quattro ore e mezza in piedi ci separano da Maratea: a riempirle, liti e appelli alla civiltà, alla mala gestione del posizionamento bagagli, ma mi faccia scendere, dai non fumate in bagno, vi prego. Io e l’amica romana, schiacciate su un gradino, dividiamo il tempo con ragazzini urlanti, spingendo col gomito la porta che del vagone si chiude seguendo l’oscillazione orizzontale del treno, toccasana per le contratture da schiena. Insomma sono tornata a Maratea, c’ero finita giusto il tempo di un pomeriggio l’estate scorsa – e ne parlo qui -. Stavolta ci accoglie l’amica potentina, proprietaria di questo suo posto dell’anima, raccontato con sguardo sognante da quando ci conosciamo, e cioè dall’inizio del praticantato quel lontano settembre 2013. Di Maratea ho capito che: è l’estensione di Potenza, un po’ come l’Argentario per Roma. E che i racconti dei posti dell’anima delle donne sono più o meno sempre identici. 

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Cersuta è quest’anno tra le spiagge più belle d’Italia di Legambiente. L’annuncia il parcheggiatore che parla di Sud, di donne che sono belle e c’è un libro sull’arte per conquistarle, del lavoro in un giornale che è difficile si sa, ma conoscete qualcuno o no? Alla fine non ci fa pagare. Non è chiaro se grazie al potere della proprietaria del posto dell’anima, o del nostro accento straniero. Finalmente vedo la potentina nuotare compiaciuta. Ha passato gli ultimi due mesi da fuorisede nelle acque di FregeneCapocottaOstia e Santa Severa, facendo ricadere la colpa dell’inquinamento marino su di me e quindi sui romani, e quindi più in generale su Roma che non funziona, maledetta, voglio vivere altrov.. Ogni tanto l’amico di Parma rivendica la superiorità del cibo emiliano ma viene ascoltato poco. Intanto mangia frise.

 

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Ci arrampichiamo fino alla statua del Cristo Redentore, in mezzo a quel che rimane di Maratea vecchia. Dividiamo il muretto con birrette e patatine accanto a una sposa che con lo sposo fa quella cosa di saltare per essere colta in aria durante il filmino delle nozze. Abbiamo cura di chiedere se nel video ci siamo anche che ridiamo con le mani che sanno di Puff e i capelli di mare, ma ci assicurano di no. Maratea posto dell’anima è la Darsena con il mare più bello. Maratea è vedere mezza Potenza nella piazzetta del porto e soprattutto è andare a ballare in Calabria. E’ l’indimenticabile sguardo dell’amico di Parma sul pullmino taxi che ci porta a Scalea, al quarantacinquesimo minuto di viaggio.

IMG_3192 Dopo una rampa bianchissima, sopra un tappeto, un tipo spaventosamente grasso ci aspetta. Lui chiede i 35 euro ma vanno bene pure 30 dai, e lui decide dei tavoli. Dentro, tanto tanto kitsch. Tette che ballano, uomini lampadario, maschere sadomaso inquietantissime, gente che spara vapore da simil liquidator. Balliamo ridendo, ma sì, il pullmino taxi torna alle 6.30, ci aspettano giusto 4 ore di svago. C’è chi si addormenta su divanetti impiegando un’ora del tempo. Spunta l’alba e improvvisamente questa discoteca dal nome inquietante si illumina di luce naturale per farci scoprire che non è nemmeno un posto così brutto. Alle 6.40 non c’è traccia del pullmino taxi. Di Scalea mi rimane questo: conoscenti di ballo che ci raccontano le loro storie di cuori infranti e matrimoni falliti seduti su un muretto bianco tra sterpaglie. Tra noi e il mare, la rete di metallo del parcheggio.

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IMG_3195Sbronzi un po’ di salumi tutti nuovi, che sembrano esoticissimi perché lucani-, un po’ di Aglianico, saliamo e scendiamo perfettamente tra i vicoli del paese in mezzo a un Venite, venite della proprietaria del posto dell’anima e i suoi racconti di vita da mare che fu. Un giorno, col mal di schiena alle stelle, ci spingiamo all’Arco Magno di Praia a Mare. Un posto meraviglioso se guardi il mare e le rocce, ma che se ti giri verso terra vedi solo palazzoni orrendi. Le nonne si muovono sugli scogli con un’agilità spaventosa. Il bastone per i selfie ha conquistato tutti, le frise si mangiano con qualsiasi cosa sopra e diventano semi piramidi. Ci fermiamo alla Farmacia dei Sani: lì si comprano gli strascinati, una pasta che si scioglie in bocca e che solo una mamma lucana vegetariana potrebbe cucinare così bene, e i peperoni cruschi. Alla fine parto con le parole della dottoressa in testa e una radiografia in mano, Magari non giochi a racchettoni… Così sono arrivata in Puglia.. Continua.

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